Si dice che la musica si ha nel sangue. Ma l’ambiente culturale in cui si cresce è fondamentale per lo sviluppo successivo dell’attitudine musicale: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Molecular Psychiatry, che ha comparato l’”orecchio musicale” e le abilità di centinaia di persone.
Secondo lo studio, la musicalità di una persona dipende da alcuni geni, che individuano e interpretano i suoni, tra cui il Gata 2, responsabile della creazione delle “cellule ciliate” dell’orecchio interno, le cui fibre delicate si muovono in risposta alle diverse frequenze; e il Pcdh7, gene che gioca un importante ruolo nell’amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni.
Questi sono solo una parte, di quello che potrebbe essere un percorso più ampio fatto di geni, ma in ogni caso, secondo gli studiosi, il Dna è responsabile fino a un certo punto delle abilità musicali di un individuo. “L’attitudine per la musica è un tratto comportamentale complesso”, si legge nella rivista. “I fattori ambientali, come l’ambiente musicale dell’infanzia, l’esempio rappresentato dai genitori e dai fratelli e l’educazione alla musica influenzano le abilità musicali”.